Le Collezioni

Entrati nel magnifico e austero chiostro del complesso monumentale dei Frati Minori, si percepisce immediatamente la vocazione del luogo di custodire bellezza e pace. Lo scalone d’ingresso invita a intraprendere un cammino emotivo che si dispiega tra i tessuti preziosi dei paramenti, i ceselli e gli sbalzi degli argenti, la preziosità dei gioielli e delle madreperle, sino alle tele e alle tavole dipinte con maestria da ignoti o da eccellenti nomi come il fiammingo Vrancke van der Stockt.  Le collezioni permanenti narrano di fede e di devozione, tesori un tempo nascosti provenienti dalla Cattedrale e da altre chiese del territorio calatino. Entrando nel cuore del museo, si è pervasi da imprevedibili impulsi emozionali alla vista della “Cappella Neogotica”, un luogo di riflessione che ospita le esposizioni temporanee, volte a incrementare il dialogo tra il passato e il presente attraverso le molteplici espressioni delle varie pratiche artistiche.

Argenti

Plasmare la materia per realizzare manufatti risplendenti di luce è una delle esperienze straordinarie che un’artista possa sperimentare. La sezione degli argenti ricca di suppellettili è stata ordinata per raccontare il valore della Celebrazione Eucaristica attraverso gli oggetti utilizzati per la Santa Messa: dai riti di introito, alla liturgia della Parola e a quella Eucaristica si viene catturati dalla bellezza di questi manufatti, osservabili da vicino per coglierne tutta la ricchezza del mistero che rappresentano.

Dall’Eucaristia scaturisce la santità della vita dei fedeli, resa visibile attraverso la presenza di numerosi reliquiari, alcuni dei quali ancor più preziosi per la presenza della reliquia del santo.

Paramenti

Trame di seta, ricami policromi o dorati, decorazioni di finitura e passamanerie definiscono la preziosità dei tessuti destinati a rivestire di sacralità l’uomo, che agendo in persona Christi rende presente nella storia l’eternità. Un incontro tra il cielo e la terra che si perpetua nei secoli; una presenza significata dai paramenti sacri che ci parlano di visibilità dell’invisibile Dio; colori che scandiscono il tempo e lo avvolgono di mistero: tutto questo e molto altro lo si può trovare nella sezione delle vesti liturgiche del Museo Diocesano.

Libri e documenti

Ultime due sezioni inaugurate al museo sono quella libraria che racconta la storia del libro stampato a partire dal 1400 e quella archivista con il “Libro d’oro” del processo canonico di erezione della Diocesi insieme alla Bolla di papa Pio VII.

Maioliche

Trovandosi collocato in una città come Caltagirone, conosciuta nel mondo per la produzione della ceramica artistica, al Museo Diocesano non poteva mancare una sezione dedicata alle maioliche: terra lavorata sapientemente dalle mani dell’uomo e resa lucida come vetro e smalto dai colori ora accesi ora delicati, rubati all’iride di cui è fatta la luce. Formelle evocative che facevano da cornice allo scorrere del tempo osservano i primi passi di chi si immette nella sezione delle maioliche, mentre l’occhio viene catturato da un curioso alveare di luci contenente una collezione di acquasantiere, provenienti da diverse parti del mondo.

Quadreria

Un grande spazio, un tempo dormitorio dei seminaristi della Diocesi di Caltagirone, raccoglie oltre 30 dipinti provenienti dal territorio calatino. La Quadreria del Museo accompagna il visitatore a entrare nel mistero della Salvezza lungo un percorso segnato dall’azione dello Spirito Santo: la nascita della Chiesa, i santi e la Vergine Maria, conducono a contemplare il volto del Padre attraverso la storia di Cristo. Tele dei fratelli Vaccaro si alternano con altre di pittori ignoti e non, fino a giungere al capolavoro fiammingo attribuito a Vrancke van der Stockt, raffigurante il Trono della Grazia.

Ex Voto

La teca dedicata agli ex voto mariani custodisce una serie di gioielli appartenenti al periodo fra il XVII ed il XX secolo. Si tratta di gioielli molto cari ai legittimi proprietari, donati alla Madonna come ringraziamento per la grazia ricevuta, proprio in virtù del loro importante valore affettivo.

Di particolare pregio é il corpetto dell'Immacolata che decora la statua portata in processione durante la festa dell’8 dicembre: oltre al prezioso tessuto, il corpetto é arricchito da almeno tre parure in argento, oro, diamanti e rubini, cucite in maniera da formare un notevole decoro, il quale, infine, nella parte centrale, mostra un cameo raffigurante la Veronica che tiene tra le sue mani il lenzuolo con impresso il volto di Cristo.

Sculture

Materie prime che vanno dal legno al marmo alabastrino debitamente scolpite e decorate, sembrano quasi animarsi per raccontare le loro storie. Le sculture hanno infatti questa mission e la svolgono anche senza proferire parola: basta fermarsi un attimo a contemplarle per essere immediatamente trasportati in un altro tempo e immersi nelle loro vite, quasi come se si utilizzasse una macchina del tempo.

Arte contemporanea

Fin da quando l’idea di realizzare il museo della nostra diocesi si è delineata un dato era già molto chiaro: sarebbe stato un museo in dialogo con il mondo dell’arte contemporanea, con l’uomo, con il cosmo. Affascinati dal mistero dell’Incarnazione come luogo privilegiato della comunicazione tra Dio e l’uomo, ci siamo subito aperti a quelle suggestioni che provengono dai linguaggi contemporanei espressi attraverso l’arte e la cultura. Si è pensato così da subito di predisporre uno spazio dedicato alle mostre temporanee, che nel tempo ha anche conquistato parte degli spazi dedicati alla collezione permanente, arricchendo in alcuni casi la collezione con alcune donazioni.

Alla fine, pur nella diversità stilistica delle opere si è sempre riusciti a mostrare come l’arte contemporanea altro non è se non la ricerca di rappresentare il Bello anche attraverso i drammi dell’esistenza e il palesarsi della ricerca di quell’infinito a cui spesso non sappiamo dare un nome, ma che sa tirare fuori da ciascuno l’artista che porta in sé.

Architetture

Se il Museo è uno dei luoghi privilegiati per conservare le opere d’arte, il più delle volte esso stesso è un’opera d’arte da custodire e rendere fruibile. L’uomo nelle molteplici espressioni del suo esistere entra in relazione con spazi ben precisi, definiti da una specifica vocazione: gli spazi adibiti al pensiero, allo studio, alla preghiera, al riposo, al cibarsi o anche all’espressione della propria creatività sono infatti luoghi vissuti, carichi di storie da raccontare. La salvaguardia delle architetture si configura perciò come parte integrante della vocazione di un museo, dedito a conservare e trasmettere la memoria storica di luoghi, opere e persone. Contenitore e contenuto: se riguarda l’arte è certamente un affascinante binomio.

Cappella neogotica

Inaugurata nel 1933 dal vescovo mons. Giovanni Bargiggia, era questo lo spazio, in epoca paleocristiana, riservato a coloro che intraprendevano il percorso di fede per essere ammessi al Battesimo. Progettata dall’ing. Ambrogio Molla, milanese, vi si accede attraverso il portale a sesto acuto nel cui timpano è raffigurata la chiamata degli apostoli in riva al lago di Tiberiade, opera di Mario Albertella. Ai due lati del portale d’ingresso sono rappresentate le insegne papali di PIO XI e lo stemma vescovile di mons. Bargiggia. Autore di numerosi cicli di affreschi in diverse chiese lombarde, coadiuvato dal pittore Pietro Ugoni, Albertella dedicò la sua esperienza di maestro vetraio, mosaicista e pittore alla realizzazione degli affreschi e delle vetrate istoriate della Cappella. Nel catino dell’abside, all’interno di una mandorla in oro zecchino, è raffigurato Cristo che discopre il cuore con accanto schiere di Angeli e lo Spirito Santo rappresentato da una colomba; più in basso le vetrate istoriate con la Vergine Maria, San Giuseppe e San Carlo Borromeo. Ai piedi dell’altare in marmo sono custodite le spoglie mortali di un giovinetto: è San Pio martire ed eroe della fede. Angeli a mezzobusto con cartigli recanti le virtù necessarie per divenire buoni sacerdoti ornano l’elegante navata mentre particolarmente pregevole sono la Via Crucis in terracotta opera del ceramista Giacomo ludici e la cantoria sopra la porta d’ingresso, così come le balaustre dell’altare, realizzate dal falegname Giuseppe Vaccaro.