Le prime mostre sono state pensate per far conoscere l’arte presepistica degli artisti locali, prediligendo coloro che si sono messi in gioco con linguaggi contemporanei, senza tuttavia escludere la tradizione classica dei “figurini”.
Le mostre che si sono susseguite con la media di due per anno fin dai primi mesi di apertura, hanno pian piano rivelato questa particolare vocazione del Museo diocesano in dialogo con l’uomo contemporaneo: da Picasso con le sue acqueforti, alle preziose riproduzioni di abiti storici dello stilista Butera, alle straordinarie pitture di Guccione e di Iudice, ai variopinti pesci di Morales, alle foto di Bufalino e Scianna, di Horvat e Majoli, alle affascinanti figure femminili della Patrizi, agli attualissimi collage analogici dello streetartist Di Grado, i vari linguaggi contemporanei si sono alternati rendendo il museo un luogo di incontro tra le persone, prescindendo dal proprio ambito sociale, politico, culturale e religioso.
di Emiliano Alfonsi
a cura di Carmen Bellalba
09 dicembre 2023 | 07 gennaio 2024
"Emiliano è un artista coinvolgente se pur nella sua apparente timidezza, che vive passionalmente la sua arte esprimendo il suo mondo interiore fatto di ricerca, emozione, capacità comunicativa attraverso l’arte. Le sue opere sono incredibilmente magnetiche, osservarle a fondo significa scrutarne ogni piccolo particolare che nasconde un significato ben preciso, ma aperto anche alla capacità di lettura di ciascuno."
Nella splendida cornice della Cappella Neogotica del Museo diocesano di Caltagirone si inaugura il 9 dicembre 2023 la mostra di pittura SINOPIE. L'ENERGIA E LO SPIRITO con la curatela di Carmen Bellalba, un progetto creato per l’artista romano Emiliano Alfonsi.
Tavole dai colori avvolgenti, dipinte con l'antica tecnica della tempera a uovo e impreziosite da dettagli in oro zecchino, ci mostrano non solo volti (alcuni di essi a noi già noti) ma tratti dell'anima, sensibilità, emozioni e unicità dell'artista in cui ognuno di noi ritroverà anche se stesso. Un mondo alchemico e magico dai tratti rinascimentali e fiamminghi, in cui lo spettatore viene trascinato dalla potenza espressiva degli sguardi di figure spogliate da ogni fronzolo verbale e figurativo.
La mostra, in occasione dell'esposizione al Museo Diocesano Caltagirone, si arricchisce di un'opera inedita dell’Artista, che arricchirà ulteriormente la collezione di Sinopie, rendendola ancora più preziosa e interessante.
Questa tappa chiude la parabola siciliana del lungo percorso espositivo che ha preso inizio nel luglio di quest’anno presso il Museo Riso, Museo Regionale d’Arte Contemporanea di Palermo, passando poi a settembre nelle sale del MUDIA di Agrigento e nella sala dei sarcofagi della Cattedrale agrigentina.
L’evento inaugurale si svolgerà presso la Quadreria del Museo Diocesano, alla presenza del Vescovo Mons. Calogero Peri, del Sindaco Fabio Roccuzzo, dell’assessore alla cultura Claudio Lo Monaco, del direttore del Museo don Fabio Raimondi, del direttore dell’Archivio e della Biblioteca Francesco Failla, della Curatrice Carmen Bellalba e dell’artista Emiliano Alfonsi.La presentazione della Mostra sarà inoltre arricchita dall'interpretazione di alcune poesie di Alda Merini a cura di Eugenio Patanè e Marilina Giaquinta.
A conclusione dell’esposizione a Caltagirone, la mostra proseguirà il suo meraviglioso viaggio verso molte città italiane. Prima fra tutte la città di Roma, dove il 15 marzo 2024 sarà oggetto di un convegno organizzato dalla Fondazione Willy Brandt, nella prestigiosa sede sita in via Di Pietra 70. Il 16 marzo la mostra verrà inaugurata presso la Galleria MAD di Monica Cecchini.
Emiliano Alfonsi nasce a Roma nel 1980.
Durante gli studi accademici, oltre ad approfondire la pittura da cavalletto,con un particolare interesse per l'arte fiamminga, si dedica allo studio dell’antica lavorazione delle vetrate artistiche e dei mosaici secondo i dettami della tradizione medievale . Le sue Opere a carattere monumentale sono custodite, ad oggi, in più di settanta edifici pubblici e privati, laici ed ecclesiastici di antica e contemporanea costruzione.
In Italia, ad esempio, ricordiamo la vetrata-lucernario sopra la platea centrale dello storico teatro SALONE MARGHERITA di Roma e all’estero con commissioni provenienti dalla Spagna, Orlando, Repubblica del Benini, Tokio. Infrangendo il rapporto spazio-temporale tra l'Opera e lo spettatore, i suoi dipinti raccontano della dimensione dell'essere umano sacralizzato attraverso un meticoloso studio del ritratto come icona o come allegoria. La tempera all'uovo del 1400 raccontata così attraverso volti e figure della contemporaneità.
Numerose ad oggi le esposizioni personali e collettive presso gallerie, Musei e luoghi di cultura che lo hanno reso protagonista, restituendo alle sue Opere sempre maggiore popolarità consentendogli così di entrare a far parte di prestigiose collezioni.
Tra le esposizioni piu' rilevanti ricordiamo
Annoverato Ad Honorem tra gli Artisti presenti nell'Eciclopedia d'Arte Italiana, catalogo generale artisti dal 900 ad oggi per essersi classificato al primo posto nel progetto artistico CERTAMEN DELLE CATTEDRALI.
Il suo percorso artistico si avvale di continue collaborazioni con Professionisti che operano nel campo dell'Arte, recentI il progetto con il musicista e compositore GIOVANNI NUTI compagno in arte della poetessa ALDA MERINI, per il quale ha realizzato la copertina di un album, quello in ambito teatrale con la realizzazione di un ritratto dedicato all‘ attore Paolo Poli presso il TEATRO FLAIANO di Roma
La realizzazione dell‘Opera manifesto per il teatro di testimonianza con la direzione artistica di Porzia Addabbo presso la fondazione Brandt di Roma
Vanta di aver ritratto nelle sue Opere numerosi artisti tra questi DRUSILLA FOER , la pittrice italiana LINDA DE ZEN, la ballerina e performer GIUDITTA SIN, la fotografa GERMANA STELLA , l'attore di teatro PIERO MORELLI , il Danzatore performer DAMIANO FINA.
Due ad oggi le Performance artistiche che lo vedono protagonista sono state :
Attualmente impegnato in un progetto espositivo personale itinerante a carattere nazionale:
SINOPIE. L'ENERGIA E LO SPIRITO a cura dello Storico dell'Arte CARMEN BELLALBA
di Gaetano Puleo
a cura di Fabio Raimondi
14 giugno 2023 | 07 gennaio 2024
"Il viaggio contiene in sé l’idea di un percorso che ha sempre un punto di partenza, un cammino da vivere, incontri da fare e molto spesso anche un punto di ritorno, un lido su cui approdare e fare sintesi dello sperimentato."
" La miscellanea dei colori è una impagabile esigenza e sensazione emotiva che viene fuori all'impatto con la tela bianca quasi a richiamare il mondo interiore per imprimere su di essa i cromatismi e le sensazioni a riguardo della realtà."
2017
2018
2019
2020
2021
2018
2019
2020
2018
2022
a cura di Fabio Raimondi
Sala Argenti e Paramenti09 sempre | 01 ottobre 2023
NUOVA MOSTRA al Museo Diocesano Caltagirone.
"EMADI. Tra mito e natura" di Emadi, in mostra tra le sale del Museo Diocesano Caltagirone dal 09 Settembre all'1 Ottobre 2023!
L'EVENTO INAUGURALE di terrà il 9 SETTEMBRE alle ore 19:00, presso il Museo Diocesano Caltagirone.
Dopo l'esposizione "DONATION" del 2022, l'artista calatino Emanuele Di Stefano, in arte Emadi, torna al Museo Diocesano con una nuova mostra ANTOLOGICA che ripercorre la sua arte negli anni tra particolari SOGGETTI MITICI ed emozionali PAESAGGI (e non solo).
Inoltre, la mostra è anche un omaggio ai 90 anni dell'artista! Ti aspettiamo
Inaugurata sabato 15 luglio alle ore 19.00 al Museo Diocesano di Caltagirone la III edizione della mostra fotografica di Gaetano Gambino dal titolo Mirabili Resti. Il tempo, l’attesa, la luce e l’ombra organizzata dallo stesso Museo Diocesano insieme all’autore, patrocinata dal Comune di Caltagirone, dal Comune di Catania, dal Comune di Noto, dall’Accademia di Belle Arti di Catania e dall’Azienda Sac Service Aeroporto di Catania.
La mostra, in continuo divenire e anche in questa edizione arricchita da nuove immagini catturate dall’autore alla ricerca dei “mirabili resti” di Caltagirone, è curata da Domenico Amoroso e Roberta Carchiolo. Con i contributi letterari di Maria Attanasio e degli stessi Amoroso e Carchiolo, e il progetto grafico di Gianni Latino, è stata allestita sotto la direzione artistica del direttore del Museo diocesano, Fabio Raimondi.
Gaetano Gambino ha dedicato gran parte della sua carriera alla sua Terra, ambigua quanto affascinante e della quale ha cercato le tracce di un’antica bellezza antropizzata, di un’età dell’oro che sembra non appartenerci più. Negli ultimi anni ha intrapreso un’indagine intorno a sé e dentro di sé alla ricerca della sua coscienza estetica ed emotiva; ha ingaggiato un dialogo con opere/entità celate nei luoghi più appartati e periferici della sua isola, i depositi dei musei, le sagrestie delle chiese, le clausure segrete.
Inaugurata giusto un anno fa in prima edizione al Museo Civico di Castello Ursino di Catania, la mostra si è spostata nella città di Noto che presso il proprio Museo Civico ne ha ospitato la II edizione, curata anche da Aldo Premoli, per giungere infine a Caltagirone, città d’origine di Gambino. Tappa dopo tappa, le testimonianze dei suoi taciturni custodi del tempo hanno delineato strutture e sagome di un mondo parallelo, in cui il tempo, la vita, la morte, la luce e il buio, plasmano forme, determinano passioni, tramano storie.
L’evento inaugurale si terrà al Museo Diocesano sabato 15 luglio alle ore 19:00 alla presenza del Vescovo Mons. Calogero Peri, del Sindaco Fabio Roccuzzo, del direttore del Museo don Fabio Raimondi, del direttore dell’Archivio e della Biblioteca Francesco Failla, dell’assessore alla cultura Claudio Lo Monaco, dei curatori Domenico Amoroso e Roberta Carchiolo e dell’autore Gaetano Gambino.
"Quando gli scatti fotografici catturano il passaggio implacabile del tempo sui manufatti artistici che affollano i nostri depositi, la mostra di Gaetano Gambino non esprime solo la sua capacità artistica, ma diventa sprone per prendersi cura della nostra storia e delle sue testimonianze. Perché senza di queste nessuno potrebbe conoscere il tempo che è stato, con le sue ombre e le sue luci; né potrebbe guardare verso il futuro con speranza e intelligenza fattive."
Gaetano Gambino, figlio d’arte di due generazione di fotografi a Caltagirone, dopo il periodo dell’adolescenza passato nel laboratorio paterno a miscelare sviluppi e dosare la luce nel buio della camera oscura, Gaetano Gambino ha cominciato a maturare esperienze nel campo della documentazione fotografica del patrimonio culturale; in particolare ha partecipato al Progetto Orao di Folco Quilici a Siracusa, un’accademia laboratorio di arti e tecniche audiovisive con un corpo docente composto da fotografi come Mimmo Jodice. Soprattutto l’incontro con quest’ultimo ha arricchito la sua formazione e il suo linguaggio estetico. Ha lavorato anche in altri ambiti come quello della moda, ambito che ha quasi naturalmente associato a quello dell’arte della sua Isola creando un fitto dialogo tra i beni culturali, dall’archeologia alla pittura, e il lavoro degli stilisti.
La sua attività lavorativa gli ha concesso di convivere col patrimonio artistico di una tanto Terra ambigua quanto affascinante. Di questa Terra, il suo occhio non ha catturato le tristi brutture, quanto gli esiti più felici del dialogo che Essa ha intrattenuto con la sua travagliata storia cercando le tracce di un’antica bellezza antropizzata, di un’età dell’oro che sembra non appartenerci più, di una Cultura che ha generato opere mirabili. Tutto ciò evitando gli stereotipi di una “sicilianità” pittoresca.
Ha pubblicato molti volumi sul patrimonio artistico siciliano e partecipato a diverse mostre in Sicilia e all’estero.
• 1991 Terra cotta. La cultura ceramica a Caltagirone, A. Ragona, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 1991 Vindicari, G. Lazzaro Danzuso, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 1994 Presepi di Caltagirone, L. Colaleo, E.Giliberti, F.Pasqualino, A. Ragona, fotografie di Gaetano Gambino, Arnaldo Lombardi Editore
• 1996 I Figurinai di Caltagirone, A.Ragona, fotografie di Gaetano Gambino, Enzo Sellerio Editore
• 2001 Antiche maioliche siciliane a Malta, G. Larinà, fotografie di Gaetano Gambino, Bruno Leopardi Editore
• 2002 La Valle del Barocco. Le città siciliane del Val di Noto Patrimonio dell’Umanità, L. Trigilia, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2003 Maduni Pinti. Pavimenti e rivestimenti maiolicati in Sicilia, M. Reginella, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2004 Creta Picta. Antiche maioliche di Caltagirone nelle collezioni dell’Università di Messina, G. Pace Gravina, foto di Gaetano Gambino, Silvio Di Pasquale Editore
• 2004 Le ville dei Gattopardi, D. Amoroso (a cura di), fotografie di Gaetano Gambino
• 2005 Pantalica l’alveare di pietra, foto del territorio di Gaetano Gambino, Arnaldo Lombardi Editore
• 2006 La Sicilia dei Moncada, L. Scalisi, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2006 L’identità ritrovata, viaggio nel sud-est, F. Granata, introduzione di Andrea Camilleri, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2007 Un viaggio nella valle del Barocco, L. Trigilia, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2007 I Ventimiglia. Castelli e dimore di Sicilia, S. Farinella, fotografie di Gaetano Gambino, Arnaldo Lombardi Editore
• 2007 Catania, M. Aymard, G. Giarrizzo, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2008 Monumenti d’acqua, L. Dufour, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2009 Catania, L. Scalisi (a cura di), fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2011 La formella maiolicata dal XVIII al XX secolo, V. Forgia, D. Florio Cardillo, foto di Gaetano Gambino, Silvio Di Pasquale Editore
• 2011 Le porte della città in Sicilia, L. Dufour, fotografie di Gaetano Gambino, Domenico Sanfilippo Editore
• 2015 Il Paese dei Presepi, F. Iudica, foto di Gaetano Gambino
• 1997 Prova d’autore / MAAC Caltagirone
• 2000 Lo strappo del bianco / MAAC Caltagirone
• 2006 L’identità ritrovata / Galleria Roma
• 2009 Un viaggio in Sicilia tra classicismo e barocco / Camera dei Deputati Roma
• 2009 Un viaggio in Sicilia tra classicismo e barocco / Istituto italiano di Cultura Stoccolma
• 2009 Pasqua in Sicilia (mostra collettiva) / Galleria Luigi Ghirri Caltagirone
• 2009 Cento Sicilie (mostra collettiva) / Galleria Luigi Ghirri Caltagirone
• 2012 La Pasqua a Caltagirone (mostra collettiva) / Palazzo dell’Aquila Caltagirone
• 2022 Aghata on the road 2022 (mostra collettiva) / Galleria Arte Moderna Catania
• 2022 Agata. Dall’icona cristiana al mito contemporaneo (mostra collettiva) / Palazzo
dell’Università Catania
• 2022 Mirabili resti. Il tempo, l’attesa, la luce, l’ombra / Museo Civico Castello Ursino Catania
• 2022 Mirabili resti. Il tempo, l’attesa, la luce, l’ombra. Edizone netina / Museo Civico di Noto
• 2023 Flora, fauna e cemento (mostra collettiva) / Museo Civico di Noto
• 2023 Aghata on the road 2023 (mostra collettiva) / Fondazione Oelle Catania
• 2023 #Siamo Agata (mostra collettiva) / Musée Fragonard di Grasse
di Valeria Patrizi e Giulia Speranza
a cura di Marta Blandini e Elettra Bottazzi
16 dicembre 2022 | 04 giugno 2023
La casa, le relazioni, gli spazi che viviamo, la natura, sono parte di ciò che, quotidianamente, ci circonda. Negli ultimi anni tutto ciò ha avuto maggiore rilievo nelle nostre vite, prendendo maggiore consapevolezza della nostra intimità e del valore del tempo, così come della sua infinita mutevolezza e fugacità. Ogni cosa è soggetta al mutamento e allo scorrere del tempo. Ritrovarsi significa vivere i nostri legami come momento unico, individuale ed intimo. È proprio per questo che ci evolviamo nel corso della vita attraverso connessioni che si rafforzano e consolidano, si perdono o si sgretolano, portandoci, di conseguenza, a realizzarne delle altre. Ci leghiamo a qualcosa o a qualcuno, ci uniamo e ci separiamo, alimentiamo e creiamo nuove relazioni: un intreccio infinito.
In “Tra il Visibile e l’Interiore”, mostra di Valeria Patrizi e Giulia Spernazza a cura di Marta Bandini ed Elettra Bottazzi, le artiste indagano il concetto di legame, entrambe con il proprio linguaggio artistico e la propria interpretazione. Creano opere attraverso una molteplicità di materiali grezzi e sensoriali per rievocare il costituirsi di unioni materiche, per ricordare e ritrovare ricordi ed emozioni.
"Due artiste che, pur nella diversità stilistica e dell’utilizzo dei materiali, si cimentano in una rete di relazioni comunicative date dall’intreccio delle esperienze professionali e umane, mettendo in connessione progetto e manufatto, spirito e materia. Attraverso il canale dell’arte la narrazione riesce così a restituire all’osservatore un’opportunità di riflessione sull’importanza delle relazioni personali."
Giulia Spernazza, (Roma, 1979) nel 2008 si laurea in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Collabora ed espone in modo permanente presso diverse gallerie, tra le quali la Galleria d’Arte Faber (Roma), la Galleria Artistica (Forlì), AM Studio Art Gallery (Napoli), la Galleria Lazzaro (Genova) e SCD Textile & Art (Perugia). Numerose sono le partecipazioni a premi e mostre collettive e tra le principali nel 2012 si ricordano il Premio Adrenalina 2.0 presso il Macro Testaccio la Pelanda di Roma e la Mostra Collettiva L’Intimo mistico dell’Opera al Museo Centrale Montemartini sempre a Roma. Nel 2013 viene invitata al 64° Premio Michetti La bellezza necessaria, Museo Michetti (Francavilla al Mare) e nel 2014 partecipa ad un’altra edizione del Premio Adrenalina 3.0 presso il Macro Testaccio la Pelanda (Roma). Rilevanti anche le partecipazioni nel 2019 alla mostra collettiva Ex Voto per arte ricevuta presso il Museo Marino Marini (Firenze), al Premio Arteam Cup, Villa Nobel (Sanremo) e alla IV Biennale del libro d’Artista presso la Fondazione Monti uniti di Foggia. Realizza alcune bipersonali, come Il coraggio dell’abbandono alla Galleria d’Arte Faber (2015) e Cosimo presso la Galleria RvB Arts di Roma (2018). Le esposizioni personali invece, annoverano nel 2018 “Natura pura” alla Galleria d’Arte Faber; nel 2020 Strati d’animo, a cura di Anna Lisa Ghirardi, presso il MuSa (Museo di Salò) e Memories to preserve, a cura di Barbara Pavan e Susanna Cati, alla Galleria d’Arte SCD Textile & Art (Perugia); nel 2021 Vulnerabile, a cura di Cristian Porretta, presso la Galleria d’Arte Faber. Nel 2021 realizza un’installazione site-specific per la mostra Terrapromessa, a cura di Barbara Pavan, nell’ambito del Festival IlluminAmatrice. Nel 2022 partecipa alla Mostra “The Soft Revolution”, 25WTA World Textile Art, a cura di Barbara Pavan, presso il Museo del Tessile di Busto Arsizio ed espone alla personale “MUTEVOLE”, a cura di Barbara Pavan, presso F’Art spazio arte contemporanea a L’Aquila. Le sue Opere sono state acquisite dal Museo Michetti (Francavilla al Mare) e dalla Civica Raccolta del Disegno di Salò (MuSa).
Valeria Patrizi (Roma,1979), la sua formazione è strettamente legata al mondo del restauro. Nel 2016, infatti, ottiene la qualifica di collaboratrice restauratrice di Beni Culturali e nel 2009 conclude il corso triennale di restauro del dipinto e dell’affresco presso la Scuola di Arti Ornamentali “San Giacomo” di Roma. In seguito ad un primo approccio accademico alla pittura, risultato di studi approfonditi presso l’Accademia di Belle Arti della Capitale, Valeria Patrizi ricerca una dimensione pittorica innovativa e personale: una combinazione tra l’essenzialità delle forme unita alla matericità delle grandi tele che vengono lavorate senza telaio e con l’utilizzo di caffè, thè e bitume. Ciò che ne scaturisce è un’attenzione costante alla figura umana, in particolare a quella femminile, portatrice di una verità profonda, in grado di mutare costantemente tra desiderio e concretezza. Oltre alle numerose partecipazioni a mostre collettive e fiere, tra le esposizioni personali si ricordano: nel 2016 "Souvenir" alla galleria Amaneï di Salina; nel 2017 "Una stanza tutta per sé" alla Galleria Nardi di Roma; nel 2018 "Plenitudo" al Museo Diocesano di Caltagirone, "Amor mi mosse" nel Palazzo del Pegaso sede della Regione Toscana a Firenze e "Se fioriscono i melograni" presso la Fondazione Marco Besso di Roma; nel 2020 "M’è dolce naufragar" al Faro di punta Lingua a Salina e "Demetra in fiore" in Palazzo Ferretti a Cortona. Nel 2022 realizza la personale "Baja California" presso la galleria Amaneï di Salina e "Donne di Mare", presso VivereArteGallery di Wiesloch (Germania).
La mostra Soterìa - Eternità vestita di carta, che Giorgio Distefano (Ragusa, 1972) presenta al Museo diocesano di Caltagirone dal 2 dicembre 2022 al 31 maggio 2023, propone un percorso con temi e simboli desunti dal linguaggio religioso-popolare, reinterpretati e ricomposti in una dimensione di astrazione estetica e concettuale, partendo dall’utilizzo di cartamodelli per abbigliamento, supporto privilegiato nel lavoro dell’artista.
Gli EX VOTO, i Santi e le visioni presentati in questa occasione, vogliono sfidare l'aria, alludendo al volo leggero e liberatorio che non è consentito all’uomo se non nel sogno.
Il concetto di Soterìa che la mostra vuole mettere in luce contiene significati ambivalenti che racchiudono anche il senso di attaccamento agli oggetti e al loro potere salvifico, insieme al desiderio di liberazione nella Salvezza, nel tentativo di ri-creare riferimenti visuali che vestano metaforicamente di fragile carta l’inafferabile essenza dell’Eternità.
L’evento inaugurale si terrà presso la Quadreria del museo alle ore 17:00 del 2 dicembre 2022, alla presenza del Vescovo Mons. Calogero Peri, del Sindaco Fabio Roccuzzo, del direttore del Museo don Fabio Raimondi, del direttore dell’Archivio e della Biblioteca Francesco Failla, dell’assessore alla cultura Claudio Lo Monaco, dell’autore del testo critico Francesco Piazza e dell’artista Giorgio Distefano.
“Il cartamodello si configura nella sua duplice natura: quella ludica, come rappresentazione di un microcosmo retto da regole che sovvertono le logiche dell'uso comune e quella metageografica, che lo assimila ad una mappa emotiva che guida lo sguardo attraverso i sentieri impervi della vita, in cui si attua l'eterna disputa tra religione e ragione, tra virtù e peccato, tra fede e agnosticismo."
“Esperienza e narrazione sono il binomio che attraversa questa mostra allestita all’interno della Cappella neogotica già ricca di simboli e ‘memoriali’. Le opere di Giorgio Distefano racchiudono il desiderio di evocare il racconto di guarigione che molti uomini e donne di fede hanno avuto la fortuna di sperimentare nella loro vita, espresso con le categorie dell’estro dell’Artista."
Giorgio Distefano è nato a Ragusa nel 1972 e ha frequentato e conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze, città dove tuttora vive e opera.
In seguito agli studi e dopo avere praticato per diversi anni l’attività di scenografo e costumista, collaborando con compagnie di teatro di ricerca e di danza, ha concentrato la sua ricerca sulla pittura. Questa ricerca si muove in senso trasversale, afferrando stimoli e suggestioni provenienti dall’approfondimento e dalla costante curiosità per le tecniche, nonché dallo studio della resa materica e dei valori ottici legati alla distanza e al senso di astrazione contenuto nella figurazione.
I temi che hanno dominato questo percorso hanno a che fare con il Mediterraneo e i suoi svariati ambiti culturali. lo studio del paesaggio e dei suoi inevitabili intrecci con gli insediamenti umani vuole evidenziare, da un lato, l’inevitabile perdita di identità territoriale - nell’abuso e nelle superfetazioni architettoniche che uniformano le specificità dei luoghi - dall’altra parte, la caratterizzazione degli stessi, nella mescolanza contraddittoria di stilemi, simbologie e dominanze naturali ineluttabili.
La sua sperimentazione tecnica varia dall’utilizzo di colori a olio, stucchi e acrilici su tela e tavola, alla carta, nello specifico quella dei cartamodelli per abbigliamento, utilizzati in maniera “impropria”, sfruttando la forza della geometria prestampata come base di partenza per la “messa a modello” di luoghi- ritratto, evocati dalla memoria e ancorati all’attesa e all’aspettativa di una trasfigurazione pittorica inesorabile. l fascino della geometria, nascosta o palesata, si fonde così ad atmosfere pittoriche brumose e contrastate, nella profondità di visioni sospese in un misterioso labirinto di segni.
Ha tenuto diverse mostre personali in gallerie e spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, tra cui il Museo della Cultura Bizantina di Salonicco - Grecia; Zit-Dim Art Space di Tainan - Taiwan; Museo di Arte contemporanea Palazzo Belmonte-Riso - Palermo; Phoenix Ancient City Museum di Fenghuang, Hunan - Cina; Parlamento Europeo di Bruxelles - Belgio; Casa Danzante di Praga - Repubblica Ceca; Art Hotel di Zamosh - Polonia; Agora|Z Palazzo Strozzi a Firenze; KPMG a Milano; Palazzo Montesano a Chiaramonte Gulfi; Palazzo Zacco a Ragusa; Cantine Florio di Marsala(TP); Gran Caffè Letterario Giubbe Rosse a Firenze; Palazzo Farnese di Ortona - Chieti; Galleria Civica Franco Libertucci di Casacalenda (CB).
Ha preso parte a numerose collettive, residenze d’artista e rassegne in Italia e all’estero tra cui si segnalano Italian contemporary Art of cross-cultural vision, a cura di Zhang Yidan a Fenghuang - Cina; “Who can give us Peace, International Union of Artists for Peace” al Parlamento Europeo di Bruxelles; WAAG - We are all Greeks, mostra per il bicentenario dell’Indipendenza greca, a cura di Francesco Piazza, Museo della Cultura Bizantina - Salonicco, Grecia | Museo d’Arte contemporanea Palazzo Belmonte Riso - Palermo; Visioni Oblique - Libri d’artista, Libri oggetto, Fototesti per il Belìce, a cura di Cristina Costanzo, Museo delle Trame Mediterranee Fondazione Orestiadi - Gibellina (TP); “Alter - Volti di luce e terra”, a cura di Martina Cavallarin, Giusi Diana, Eleonora Frattarolo e Cecilia Freschini, a Chiaramonte Gulfi.
Nel 2017 è stato selezionato per il progetto “Giovani artisti a confronto. Cina e Italia”, a cura di AACI Italia, presso l’ART A.C. Museum di Pechino.
E stato finalista Arteam Cup Contemporary Art Prize, II ediz. Palazzo del Monferrato - Alessandria; finalista Premio Carlo Bonatto Minella 2015 - Rivarolo Canavese, Torino e Praga; terzo classificato Premio Janua, Museo di Sant’Agostino di Genova; menzione e finalista Premio Cromica 2012 - Bibbiena (AR); finalista Biennale Premio Artemisia - Falconara (AN); finalista Premio Occhi per l’Arte contemporanea – Migliarino (FE); primo premio della critica alla pittura, LVI edizione del Premio per l’Arte contemporanea Basilio Cascella (Palazzo Farnese, Ortona - Chieti).
Sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche in Italia e in Europa e inoltre negli Stati Uniti, Emirati Arabi e Cina.
Mostre personali:
2022: Dialogo Inverso: Orientarsi tra le macerie. Giorgio Distefano | Ettore Pinelli, a cura di Mattia Lapperier, Galleria Cartavetra - Firenze
2020: The Emotional Maps, a cura di Singintherain.Studio, presso ZIT-DIM Art Space Gallery di Tainan - Taiwan
2019: Fogli di Pietra, catalogo con testo critico di Antonella Huber, a cura e presso galleria Cartavetra - Firenze
2018: Geografie sentimentali - Giorgio Distefano e Marilina Marchica, a cura di Cristina Costanzo, 091 Art Project C/O Rizzuto Gallery - Palermo
Geografie dell’anima, a cura di Sergio Tossi, Egg Visual Art - Livorno
2017: La rosa dei venti - Giorgio Distefano e Flavia Robalo, galleria Sensi Arte, Colle di Val d’Elsa (SI)
Emotional Maps, a cura di Ciro Inserra, Over Art Studio - Empoli (FI)
Ex Voto Suscepto, a cura di Michele Bellamy Postiglione, presso Studio Bong - Firenze
2016: Cartografie, Giorgio Distefano - Francesco Chiacchio, doppia personale presso galleria Cartavetra - luogo per le arti, Firenze
Giorgio Distefano in KPMG, Art Corner MARCOROSSI Arte Contemporanea, testo critico a cura di Antonio D’Amico, presso KPMG - Milano
Human Landscape, a cura di Forme Art, Cantine Florio, Marsala - TP
2014: Isola in luce, a cura di Teresa Lucia Cicciarella, Palazzo Montesano - Chiaramonte Gulfi (RG); Palazzo Zacco - Ragusa
Stati di luce, Agora|Z Palazzo Strozzi, Mandragora, presentazione a cura di Teresa Lucia Cicciarella - Firenze
2013: Forme Rivelate, a cura di Caterina Toschi, Co2 Atmosfera Creativa, Firenze
2012: La prospettiva dell’arancia, Diladdarte 2012, Dhai Studio Atelier - Firenze
2011: In viaggio, Gran Caffè Letterario Giubbe Rosse – Firenze
2010: Le stanze comunicanti-5 Premio Italia per le Arti Visive di Eco d’Arte Moderna, Ex Fornace Pasquinucci, Capraia Fiorentina (Firenze)
2009: Terra e Cielo, Albergaccio del Machiavelli, Sant’Andrea in Percussina, (FI)
Principali esposizioni e partecipazioni:
2022: ΓΗ ΜΝΗΜΗΣ - In memory land, 100 anni dalla catastrofe dell’Asia minore, a cura di Francesco Piazza, Museo dei Profughi, Neapolis-Sykeon - Salonicco, Grecia
Frazioni di infinito, a cura di Giovanni Scucces, SACCA - Contenitore di sicilianità, Pozzallo (RG)
Inside the Myth, a cura di Francesco Piazza, con il contributo dell’Istituto di Cultura di Atene e della Comunità Ellenica Siciliana Trinacria, Mulino di Pappas, Larissa - Grecia
Visioni Oblique - Libri d’artista, Libri oggetto, Fototesti per il Belìce, a cura di Cristina Costanzo, Museo delle Trame Mediterranee Fondazione Orestiadi - Gibellina (TP)
MuziArt Taipei 2022, a cura di Studio Singintherain, Sheraton Gran Hotel Taipei - Taiwan
Around the Sun | Attorno al Sole, a cura di Badia Lost & Found, Palazzo Beneventano - Lentini (SR)
2021: WAAG - We are all Greeks, mostra per il bicentenario dell’Indipendenza greca, a cura di Francesco Piazza, Museo della Cultura Bizantina - Salonicco, Grecia | Museo d’Arte contemporanea Palazzo Belmonte Riso - Palermo
Spring Collection, a cura e presso CRAG Home Gallery - Torino
Spring Contemporary Art Salon, Auction Center, Taipei - Taiwan
Pond Exhibition - Blue, a cura di Studio Singintherain, Garden City Bookstore, Taipei - Taiwan
2020: 40 days - Artisti in quarantena, a cura di Mattia Lapperier, Associazione Quasi Quadro - Torino
Uno per ciascuno, a cura di e presso galleria Cartavetra – Firenze
Zines – Sicily in twenty zines, a cura di Giuseppe Mendolia Calella,
Eglise - Palermo
2019: Venti Contemporanei, Festival di arte contemporanea, II ed. a cura di Virginia Glorioso, Cereggio (RE)
Migliandolo Arte Contemporanea, residenza artistica a cura di Lorenzo Canova e Claudio Mogliotti, presso Antica casa Nebiolo, Migliandolo
Icone. Tradizione/Contemporaneità, a cura di Francesco Piazza e Giovanni Travagliato, Museo Diocesano di Monreale, Palermo
Segno Contemporaneo, a cura di Yuan Leping, presso Museo Bellini - Firenze e DingYuan International Art Center - Pechino, Cina
La risposta dell’amore, a cura di Francesco Piazza, Cantieri Culturali della Zisa - Palermo
2018: Rebis - Materia prima, a cura di Cartavetra, all’interno del progetto Hidden-Hub, organizzato da Ashtart Creative, in partnership con ArtVerona, Palazzo Contarini Vanzetti - Verona
Italian Contemporary Art of cross-cultural Vision, a cura di Zhang Yidan e Ye Wenzhi, Museo dell’antica città di Fenghuang, Hunan - Cina
ACINQUE. Un archivio di Immagini e parole per la Sicilia, a cura di Balloon - Giuseppe Mendolia Calella, Oratorio di San mercurio, Palermo
Ad Oriente, a cura di Annamaria Restieri e Giorgio Cattani, Fabula project, Ferrara
ToskaniArte, a cura di Joanna Brzescinska-Riccio e Giuseppe Joh Capozzolo, Arte Hotel di Zamosc - Polonia
Rosy for ever #manifistinu, a cura di Francesco Piazza, Border Line - Palermo
2017: Omaggio a Salvo Monica, a cura di Francesco Lauretta, ex chiesa di Sant’Anna, Ispica - RG
2016: Sfacciati, a cura di Andrea Guastella, Palazzo Zacco – Ragusa
Giovani artisti a confronto. Cina e Italia, a cura di AACI Italia, ART A.C.Museum di Pechino, Cina
Spazi. Dentro e fuori i limiti, a cura Barbora Mastrlovà, Galleria Art Salon S, Casa Danzante di Praga - Repubblica Ceca
2015: Kosmos, progetto a cura di Site Specific, Museo del campanile di Santa Maria la Nova - Scicli (RG)
ART PRIZE CBM, Premio Carlo Bonatto Minella, III ediz. Torino - Praga - Londra, a cura di Areacreativa 42, Rivarolo Canavese - Torino
La camicia nell’arte e nel linguaggio, a cura di CNA Marche, La Congrega e Librare, Museo Archeologico Nazionale delle Marche - Ancona
2015: Who can give us Peace, Mostra Internazionale delle Opere degli Artisti per la Pace, Spazio Yehudi Menuhin, Parlamento Europeo di Bruxelles - Belgio
2014: Dalle Tenebre alla Luce, Sovrintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa, Ex Cinema Ideal, Ragusa (RG)
2014: #collettiva.5, spazio.aperto.artecontemporanea, Lipari (ME)
Mani, Spazio Ben pop-up Gallery, San Gimignano – Siena
International Art Prize Janua, collettiva dei finalisti, Museo di Sant’Agostino – Genova
2013: ORADARIA, a cura di Michele Bellamy Postiglione, Ex Carceri al Castello, Lipari - Messina
Fondazione Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights, esposizione permanente area accoglienza - Firenze
2012: 50’s to 70’s, collettiva Galleria Mercurio Arte contemporanea, Viareggio (Lucca)
En touto Nika, Galleria Merlino, Ex Murate, Firenze
XI/XII B.C. International Art Festival Ar[t]cevia, collettiva Premio B. Cascella, Sala Ex cappuccini, Arcevia - Ancona
Collettiva del Premio Cromica II Edizione, Palazzo Comunale Bibbiena, Arezzo
Collettiva del Concorso di pittura Merlino, I edizione, Galleria Merlino Bottega d’Arte, Complesso delle Murate, Firenze
Collettiva del Premio Cascella LVI Edizione, Palazzo Farnese, Ortona- Chieti
Collettiva del Premio per l’Arte contemporanea Paola Occhi I edizione, Migliarino – Ferrara
2011: Teleporto - Arte fuori onda, Aula del Mare – Ancona
XLI Mostra all’aperto Gruppo Donatello, Firenze
Installazione collettiva per i 150 dell’Unità d’Italia, Spazio IAC, Impruneta -FI
URBANA! -L’Arte, la città, le idee- a cura di ArteOltre, Caffè Letterario, Roma
2010: Acquisizione dell’opera Veduta da parte della Galleria di Arte moderna e contemporanea Telesiamuseum, Comune di San Roberto (RC)
Concorso per il Centenario della Fondazione del Manifesto Futurista, partecipazione e terzo premio al Caffè Giubbe Rosse, Firenze
Premi e riconoscimenti:
2016: Finalista Arteam Cup Contemporary Art Prize, II ediz. Palazzo del Monferrato - Alessandria
2015: Finalista Premio Carlo Bonatto Minella, III ediz. Torino - Praga - Londra, a cura di Areacreativa 42, Rivarolo Canavese - Torino
2014: Terzo premio nella I Edizione dell’International Art Award Janua, Museo di Sant’Agostino – Genova
2013: Vincitore del Concorso per la realizzazione del Palio dipinto per il CX Balestro del Girifalco, Società dei Terzieri Massetani, Massa Marittima - Grosseto
2012: Primo premio della critica alla pittura Premio per l’Arte contemporanea Basilio Cascella LVI edizione, Palazzo Farnese, Ortona - Chieti
Menzione speciale della critica Premio Cromica II edizione, Bibbiena - Arezzo
Terzo premio Concorso di pittura Merlino, I edizione, Galleria Merlino Bottega d’Arte, Complesso delle Murate - Firenze
Finalista Premio per l’Arte contemporanea Paola Occhi, I edizione Migliarino - Ferrara
Finalista Biennale Premio Artemisia 2012, Mole Vanvitelliana, Ancona
2010: Finalista e terzo premio Concorso per il Centenario della Fondazione del Manifesto Futurista, Gran Caffè Giubbe Rosse - Firenze
2009: Finalista e premio mostra personale XXIV edizione Premio Italia per le Arti Visive, Ex- fornace Pasquinucci, Capraia, Firenze
Collezioni:
Phoenix Ancient City Museum di Fenghuang, Hunan – Cina
International Union of Artists for Peace, Pechino – Cina
Galleria Civica Franco Libertucci di Casacalenda – Campobasso
Galleria di Arte moderna e contemporanea Telesiamuseum, San Roberto - Reggio Calabria
Gran Caffè Letterario Giubbe Rosse, Firenze
Giorgio Distefano
Via Sallustio Bandini, 4 50134 - Firenze
Cell: +39 328 8495667 Email: giodistefano@hotmail.com
P.I: 01394320889
Sito Web: giorgiodistefano.wix.com/giorgiodistefano
16 ottobre | 18 dicembre 2022
La fotografia d'autore brasiliana approda al museo diocesano con un elenco d'autori di tutto rispetto: Marcio Scavone, Ulla von Czékuz, Danny Bittencourt, Uiler Costa Santos e Márcia Charnizon al primo turno dal 16 ottobre ed Eustáquio Neves, Ilana Bar e Delfina Rocha dal 20 novembre al 18 dicembre 2022.
27 maggio | 22 agosto 2022
Cappella Neogotica del Museo Diocesano Caltagirone
Dopo l’inaugurazione della mostra permanente della corona aurea avvenuta il 25 marzo scorso presso la sezione mariana del Museo diocesano, adesso si aggiunge un’importante tappa del progetto pastorale e culturale sulla devozione mariana in Caltagirone, che sarà presentato in occasione di una giornata di studi presso la Quadreria del Museo il prossimo 27 maggio 2022 alle ore 17:30. A seguire presso la Cappella neogotica, sarà inaugurata la mostra “Le Quartare votive della Madonna del Ponte” provenienti dall’omonimo Santuario diocesano. I manoscritti, i documenti e le pubblicazioni di testimonianze di grazie e miracoli saranno esposti nella sezione archivistica e libraria.
Un usanza molto sentita è costituita dall’offerta di una “quartara” , su cui è raffigurata la Madonna del Ponte o la sua apparizione, da parte dei ceramisti calatini, che in questo modo, a turno, dimostrano la loro devozione per la Regina del Ponte.
A cura dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali
Arianna Di Romano e i ragazzi della Casa Circondariale di Caltagirone
10 dicembre 2021 | 27 febbraio 2022
Sale Argenti e Paramenti
La dove non è permesso osservare dall’esterno questa mostra ci permette invece di avere uno sguardo dal punto di vista di chi è obbligato dalla giustizia a vivere dentro le chiusure rappresentate dalle potenti strutture in cemento armato. Un modo per suscitare la riflessione su questa realtà che si pensa lontana, ma che invece è a due passi da noi e merita la nostra attenzione. In un tempo dell’anno tra i più sentiti dalle nostre comunità come il Natale, il nostro cuore dovrebbe fare spazio al Signore che viene, accogliendolo soprattutto in quelle persone che maggiormente vivono situazioni di disagio e fragilità.
Il Museo diocesano, nel contesto delle attività culturali del MAB, si prepara a vivere un altro evento legato all’arte contemporanea del nostro territorio con la mostra della generosa donazione dell’artista calatino Emanuele Di Stefano in arte Emadi.
Il Museo diocesano, nel contesto delle attività culturali del MAB, si prepara a vivere un altro evento legato all’arte contemporanea del nostro territorio con la mostra “DONATION. La macrotumia di Dio dalle mani di Emadi”, frutto della generosa donazione dell’artista calatino Emanuele Di Stefano in arte Emadi.
Sono 17 le opere a tema sacro — 2 con la tecnica dell’olio su tela e tavola e 15 pastelli a olio su cartoncino — con le quali l’artista vuole esprimere la sua gratitudine nei confronti dell’Amore attraverso il sacrificio del Figlio di Dio.
Donation esprime, infatti, il duplice significato della donazione dell’artista al Museo e del Dono di sé da parte di Cristo Gesù, secondo il concetto biblico di “macrotumia”, ovvero il sentire in grande di Dio tradotto più semplicemente con il termine di magnanimità. Ancora una volta l’arte ci consente di penetrare il mistero della redenzione, attraverso le mani sapienti di Emadi che, attraverso i tratti semplici e i colori accesi delle sue opere, consente all’osservatore di entrare con immediatezza nella narrazione artistica del rappresentato.
La mostra allestita nella Cappella neogotica sarà fruibile dal 9 aprile al 15 maggio 2022.
L’evento inaugurale si terrà presso la Quadreria del Museo sabato 9 aprile 2022 alle ore 17:30, proprio alla vigilia della Settimana Santa come tempo propizio per riflettere sul Dono d’Amore più affascinante della storia.
Cappella Neogotica del Museo Diocesano
A partire dagli scritti che Sturzo dedica alla Divina Commedia, da lui stesso definita come la più singolare tra le opere d’arte del genio umano, è stata pensata una mostra in cui le “parole dantesche” del sacerdote di Caltagirone introducono opere d’arte contemporanea in ceramica e pittoriche. Le sculture appositamente realizzate dall’artista Santina Grimaldi capace di plasmare la materia in forme visionarie e oniriche, sono accostate alle opere pittoriche di Emanuele Guzzardi che, con i suoi linguaggi astratti, fa immergere nell’immaginario che oltrepassa la stessa cifra dantesca, lasciando che il visitatore entri direttamente in relazione con le opere e con quello che esse vogliono comunicare.
Le riflessioni che Sturzo dedica a Dante non sono mai occasionali digressioni ma attraversano gran parte del pensiero e dell’ideologia del sacerdote calatino. L’amore per la patria, la dura esperienza dell’esilio, i rapporti tra potere temporale e potere spirituale, la poesia come sublime arte per rappresentare la perenne universalità dell’uomo, sono temi danteschi che Sturzo riprende spesso nei sui scritti (La vera vita, Problemi spirituali del nostro tempo, Chiesa e Stato) e nei carteggi con il fratello Mario, fino a dedicare ben tre saggi, di cui uno in inglese, alla propria visione della poesia della Divina Commedia. Conoscere questi scritti ci consente di comprendere più a fondo la straordinaria fecondità e il vigore intellettuale di Luigi Sturzo.
17 ottobre | 5 dicembre 2021
Storie di Donne e varia Umanità è il tema della 13a edizione del MED PHOTO FEST 2021. La condizione umana e gli elementi più reconditi della società raccolti nei frame degli autori presenti in calendario da venerdì 17 ottobre a domenica 12 dicembre 2021. Il grande evento dedicato al medium fotografico tornerà ad animare le città di Catania, Caltagirone, Siracusa e Noto. Una serie di mostre personali, affiancate da un ricco programma di workshop, seminari, concorsi e incontri con gli autori, dislocate in sedi diverse come la Galleria di Arte Moderna del Comune di Catania, le Cucine dell’ex Refettorio (Aula Magna) e il Coro di Notte dell’ex Monastero dei Benedettini - sede del dipartimento Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania - il Museo Diocesano di Caltagirone, i Bassi di Palazzo Ducezio di Noto e la Fototeca siracusana. Un percorso esplorativo per immagini celebrato dal più potente mezzo di comunicazione del nostro tempo, la fotografia.
di Salvatore Santoddì
24 settembre | 10 ottobre 2021
Un percorso all'inverso dove dal libro nasce la mostra! Si tratta di 14 opere dell'artista Salvatore Santoddì, scelte tra quelle pubblicate nel suo recente libro che racconta la sua vita, il suo pensiero e la sua arte, edito da "L'Inedito Letterario". Ancora abbastanza giovane per parlare di un'antologica, la mostra allestita nella Sala dei Paramenti del Museo diocesano mette tuttavia in risalto i diversi periodi di produttività dall'Artista, che parte dalle cromie molto calde e tenui del primo periodo, attraversando soggetti paesaggistici e scorci di vita quotidiana, per arrivare alle tinte accese dei nudi della fase contemporanea fortemente simbolica, lasciando trapelare la sensibilità umana e spirituale di Santoddì, che si ritrae in alcune delle opere in mostra.
18 LUGLIO | 26 SETTEMBRE 2021
La Diocesi di Caltagirone, attraverso il progetto MAB che vede coinvolte gli Istituti culturali diocesani (Museo, Archivio e Biblioteca), propone per il periodo estivo la mostra MONAXIÁ. Maschili solitudini oltre le parole di Giovanni Canfailla.
In un tempo come quello che stiamo vivendo in cui si può essere in contatto con familiari, amici e conoscenti anche a distanza attraverso le tecnologie multimediali, nonostante si sia incrementato in maniera significativa il ventaglio delle connessioni tra le persone, si registra ancora tanta solitudine spesso celata dietro l’apparenza di una forza e benessere che non corrispondono alla realtà della vita. È certamente il caso di molti uomini che vivono il disagio della perdita del lavoro, del dramma delle separazioni, di abbandoni, tradimenti o ancora di discriminazioni per l’orientamento sessuale: riflettere su questo tema è lo scopo degli scatti del fotografo Calatino.
«Attraverso la Fotografia, linguaggio universale della famiglia umana — sottolinea Canfailla autore delle foto in mostra — si possono condividere speranze ma anche disperazioni altrui, per diventare testimoni consapevoli dell’umanità e della disumanità. Una chiave di lettura dell’uomo dei nostri giorni, più intima ed emozionale, per spingere il visitatore a riflettere sulla fragilità dei rapporti affettivi di questo secolo, con la speranza di poter abbattere certi stereotipi, distorti da canoni di forza e di prestanza, affinché tutti, uomini e donne, possiamo avere una concezione più profonda, etica e compassionevole nel modo di intendere e di vivere la relazionalità e la sessualità, in quanto tutti appartenenti, con la medesima dignità al genere umano».
La mostra fotografica MONAXIÁ allestita nella Cappella neogotica del Museo diocesano sarà inaugurata domenica 18 luglio 2021 alle ore 20:30 presso il Chiostro del Palazzo Vescovile. L’evento inaugurale che si pone proprio come anticipazione e introduzione emotiva alla mostra vede un Reading di Enzo Mauro su un testo a cura di Francesco Failla, direttore dell’Archivio e Biblioteca diocesani, accompagnato dalle suggestive sonorità del music performer Steev Lemercier.
Saranno presenti il Vescovo di Caltagirone Calogero Peri, il Sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo, l’artista Giovanni Canfailla e Domenico Amoroso che interviene con un testo critico. Presenta Don Fabio Raimondi, direttore del Museo diocesano.
In un tempo di chiusure causate dall’emergenza sanitaria in corso, il Museo diocesano vuole essere un segno di speranza ospitando la dodicesima edizione del Med Photo Fest organizzata dall’Associazione culturale Mediterraneum, che sceglie la Cappella neogotica come sede principale del Festival.
“Fotografia e Solidarietà” il titolo di questa XII edizione che raccoglie un progetto di Maurizio Galimberti dedicato alla bellezza femminile dal titolo “La Carezza”. Così recita il comunicato stampa del progetto originario: «Riutilizzare le immagini per inserirle in un nuovo contesto che ne cambi il significato: da qui è partito Maurizio Galimberti, instax Ambassador e icona della fotografia istantanea globale, per trarre ispirazione per questa mostra realizzata insieme a Fujifilm, leading player nella mammografia digitale, nell’ambito dei suoi progetti di divulgazione e di sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al seno e della campagna “Never Stop”».
Insieme alle opere di Galimberti, le sale Argenti e Paramenti del museo ospiteranno la “Mediterraneum Collection” dell’Associazione catanese che mostra gli scatti di tanti fotografi che amano la nostra Isola e che hanno fatto da protagonista nella raccolta fondi a vantaggio delle famiglie e delle persone sole, che si trovano in difficoltà a causa dell’emergenza Covid-19 e del conseguente disagio economico.
«La foto d’Autore — afferma don Fabio Raimondi, direttore del Museo diocesano — ormai da anni è entrata a far parte delle proposte culturali del nostro Museo. Essendo espressione di “istanti di vita” catturati nello spazio e nel tempo per raccontare l’esistenza attraverso sfaccettature che ne esprimono tutta la sua concretezza, il Med Photo Fest si sposa molto bene con il progetto culturale diocesano che ha come priorità la cura pastorale della persona umana, come si può chiaramente dedurre dal titolo scelto per questa dodicesima edizione del Festival»
La presentazione e inaugurazione delle mostre con la partecipazione di Maurizio Galimberti, sarà trasmessa in diretta streaming sabato 12 dicembre alle ore 12,00 sul canale YouTube della Diocesi di Caltagirone.
Il link per il collegamento sarà postato sul sito della pagina Facebook della Diocesi trenta minuti prima dell’inizio della diretta.
Il progetto “La Carezza” realizzato per la campagna “NEVER STOP” di Fujifilm dall’artista Maurizio Galimberti esposto al Med Photo Fest
12 dicembre 2020 | 31 gennaio 2021
“La Carezza”, rilettura a cura di Maurizio Galimberti di alcune immagini femminili iconiche realizzate nella prima metà del ‘900 dagli autori Paul Outerbridge e Man Ray, in chiave contemporanea a voler rievocare la bellezza delle donne senza tempo, sarà ospite del Med Photo Fest dal 12 dicembre sino a fine gennaio in tre location: prima presso la Cappella Neogotica del Museo Diocesano di Caltagirone e successivamente negli spazi espositivi della Galleria d’Arte Moderna di Catania e della Fototeca di Siracusa. Il festival è un evento internazionale dedicato alla fotografia d’autore diffuso tra Catania, Caltagirone e Siracusa giunto alla dodicesima edizione.
Mediterraneum Collection
Antologica
a cura di Carmen Bellalba
23 luglio 2020 | 07 novembre 2021
Dalla Tavola di Vrancke Van der Stockt al Silenzio di Dio di Benedetto Poma, il passo è breve. Un incontro fortunato fra la celeberrima opera fiamminga Il Trono di Grazia — oggi custodita al Museo Diocesano di Caltagirone — e il maestro Poma che ne trae ispirazione per Il Silenzio di Dio.
Ne nasce, quasi come una logica conseguenza l’opera ultima, solo in ordine di tempo dell’artista catanese. Il Silenzio di Dio è quasi l’alter ego (se si vuole azzardare il termine), la parola successiva, del Trono di Grazia e non una mera ripresa di essa stessa.
Dal trono in cui siede glorioso nella Tavola di Van der Stockt, Dio adesso, nell’opera di Poma si ritrae, arretra, sparisce, non è più a reggere quel figlio appena sacrificato per il mondo. Tace Dio, nel fragore di un mondo scomposto, impazzito, ma la sua corona regale è lì sospesa a ricordare la sua eterna maestà e misericordia. La corona di Dio che si contrappone alla corona di spine di Cristo, corona del patimento ed emblema del potere salvifico scaturito dal sacrificio.
Da questa meravigliosa conversazione senza tempo le due opere s'incontrano formando un ponte immaginario fra ieri e oggi, tra il mondo com’era e com’è.
Da tutto ciò nasce l’idea di incorniciare il Silenzio di Dio con una antologica sulla lunga carriera del maestro Poma. Attraverso l’esposizione di alcune delle opere più rappresentative al fine di accompagnare lo spettatore alla conoscenza dell'incredibile parabola artistica di uno dei più significativi artisti del nostro panorama culturale.
Carmen Bellalba
La mostra Oltre di Salvatore Piluso a cura di Federica Alba, che così afferma: «La fotografia di Salvatore Piluso, dal 21 Dicembre per la prima volta in una personale al Museo Diocesano di Caltagirone, dopo le capillari e recenti esperienze allestite nella sua giovanile Bologna, possiede il magnetismo della Geografia e la deflagrazione della Storia: attraverso il suo obiettivo ci restituisce la misura della Contemporaneità».
Alla presentazione sono intervenuti l’artista e la curatrice che hanno introdotto alla visita della mostra.
Dopo le esposizioni realizzate nelle diocesi di Agrigento e di Acireale, la mostra Dialogo. Le Porte del Mediterraneo dell’artista Lucia Stefanetti approda a Caltagirone il 14 dicembre presso la Quadreria del Museo diocesano. La mostra si colloca come esperienza di ecumenismo in cui le tre religioni monoteiste si pongono come opportunità di approfondimento e riflessione, proponendo una possibile alternativa di dialogo affidata alle donne.
All’inaugurazione è stata presente l’artista, autrice dell’opera.
La mostra dal titolo Stupor firmamenti è dedicata al Presepe allestito attraverso un concept del tutto innovativo. Le statuette in terracotta del Bongiovanni Vaccaro, infatti, sono allestite all’interno della suggestiva cornice della Cappella neogotica. Un percorso in cui l'annuncio degli angeli ai pastori ci spinge a destarci per osservare il cielo. Sarà la luce delle stelle a condurci nella ricerca del Dio-Bambino attraverso un’esperienza visiva, in cui si alternano opportunità di ascolto, di silenzio e introspezione. All’inaugurazione sono intervenuti il Vescovo di Caltagirone Mons. Calogero Peri, l’Assessore alla Cultura Antonino Navanzino e Giacomo Vaccaro, uno degli eredi della famiglia degli artisti calatini autori di molte delle opere presenti nel nostro territorio.
12 ottobre | 28 novembre 2019
Il MED PHOTO FEST è un evento dedicato all’arte fotografica che dà spazio sia ad artisti affermati, fotografi professionisti, che ad autori emergenti. Nel giro di pochi anni si è imposto all’attenzione degli esperti del settore ritagliandosi un importante spazio nel panorama nazionale dei festival e dei grandi eventi nazionali dedicate all’arte fotografica. Oggi sempre più seguito e condiviso, grazie anche alla facilità di accesso che le nuove tecnologie digitali permettono, il MED PHOTO FEST mira a consolidare il proprio percorso non solo in termini di numeri ma soprattutto nella qualità dell’offerta garantita dall’autorevole direzione artistica di Vittorio Graziano che ha consentito alla manifestazione di ampliarsi in visibilità e consensi, nonché di pregiarsi della presenza di autorevoli firme del mondo della fotografia.
Il MED PHOTO FEST 2018, il cui tema è “transeuntes”, verrà arricchito da iniziative culturali curate e realizzate per l’occasione nonché da eventi collaterali, quali l'Incontro con un Maestro Fotografo di rilevanza internazionale (nel 2009 è stata la volta di Ferdinando Scianna, nel 2010 quella di Gianni Berengo Gardin, nel 2011 quella di Franco Fontana, nel 2012 quella di Giuseppe Leone, nel 2013 quella di Nino Migliori, nel 2014 quella di Piergiorgio Branzi, nel 2015 quella di Mario Cresci, nel 2016 quella di Lisetta Carmi e nel 2017 quella di Francesco Cito) con l'assegnazione dell’annuale Premio Mediterraneum per la Fotografia d’Autore.
Nel corso della decima edizione del Med Photo Fest, il Premio Mediterraneum 2018 per la Fotografia d’Autore verrà assegnato al Maestro Frank Horvat, famoso artista di origini croate, residente in Francia, che parteciperà al festival presentando la sua mostra antologica dal titolo “Il mio Trittico”.
Hanno aderito alla rassegna, tra gli altri, presentando, una propria mostra personale, noti fotografi di livello nazionale e internazionale come Alex Majoli che presenterà con “Hotel Marinum”.
Il prezioso presepe ottocentesco in terracotta dipinta a mano, opera dell’artista Giuseppe Bongiovanni Vaccaro, di proprietà della Cattedrale di Caltagirone, era stato trafugato nel 2009 e ritrovato nel luglio del 2013 ad opera della Polizia Stradale di Caltagirone.
I "figurini" che lo compongono erano stati allestiti per la prima volta nella Mostra “Pro nobis Natus” realizzata presso il Museo diocesano durante le festività natalizie del 2013, facendo da fulcro a una serie di presepi di un collezionista calatino, esposti presso la Cappella Neogotica del Museo.
Il presepe è stato allestito con un nuovo concept, che lo inserisce entro un’ambientazione del tutto siciliana, nella cornice dei percorsi espositivi del Museo “Armonie Siciliane”.
Corredato da due testi del poeta Paolo Maura (1638-1711) sul Santo Bambino e sulla Vergine Maria, il percorso espositivo porta all’allestimento dei nove pezzi del capolavoro del Bongiovanni Vaccaro, che vede sullo sfondo una panoramica della città di Caltagirone tratta da una stampa antica. A sottolineare che la nascita del Signore è stato un fatto di cronaca, quattro tappe della vita della Vergine Maria precedenti alla nascita di Gesù, sono collocate lungo il percorso su un tappeto di quotidiani appositamente collocati per segnalare un sentiero da seguire.
Oltre al percorso museale, Arcana Coelestia accompagna il visitatore lungo un viaggio attraverso alcune delle teofanie dell’Antico e Nuovo Testamento, narrate dall’esposizione di opere popolari, tra cui un gruppo ligneo di un antico presepe della Cattedrale. Un video evocativo rimanda alla presenza di Dio nella vita di ogni uomo, tra passato e contemporaneità, aprendo una finestra introspettiva sull’orizzonte dell’eternità. Il percorso si conclude all’interno dell’alto volume a spirale posto a ridosso dell’uscita, in cui è determinante l’elemento sorpresa: un viaggio sensoriale alla scoperta del mistero del Natale del Signore, immergendosi in un’atmosfera suggestiva, per vivere un’esperienza straordinaria
È difficile oggi per noi, che soffriamo da un giorno all’altro le accelerazioni e i su e giù della storia, immaginare quale dovesse essere la vita di un borgo alla periferia del Regno, quasi un secolo fa, al tempo dei lampioni.
Gesualdo Bufalino (1920-1996), scrittore e a fiorista italiano
Il Museo Diocesano di Caltagirone con lo scopo di far conoscere e valorizzare la vita siciliana fra XIX e xx secolo presso i nostri spazi, presenta questa mostra fotografica dal titolo “Il tempo in posa. Immagini di vita siciliana tra 800 e 900” con le fotografie di Gioacchino Iacono Caruso e Francesco Meli Ciarcià.
l due autori, come descrive Gesualdo Bufalino autore dell’opera da cui è tratto il titolo della mostra, possono essere definiti tra i primi ad aver immortalalo la Sicilia di questo tempo. Come si nota nell‘opera di Bufalino, i due fotografi si preparano al nuovo secolo, appropriandosi del mezzo espressivo più moderno allora a disposizione. Ne risulta un patrimonio di parecchie centinaia di lastre, ritratti di familiari e contadini o altri personaggi quasi sempre sconosciuti personalmente dai fotografi.
Quello che notiamo attraverso le loro foto è li senso di un profondo rispetto nei confronti del soggetto nei confronti del soggetto fotografato, tanto che anche i più miserabili mantengono una loro dignità serena di fronte a un avvenimento così straordinario come quello di rimanere immortalati per la prima e, probabilmente, unica volta nella loro vita. Il soggetto principale di queste immagini e la famiglia con la sua rigida struttura gerarchica: “… La donna ad occhi bassi o levata in piedi accanto al marito superbo e seduto, par sempre aspetti una funzione subita e comprimaria“. Per una società va perdendo la propria memoria storico-familiare la fotografia si conferma come strumento portante e come stimolo.
Questo il titolo della personale del maestro Gianfranco Ridolfo che in occasione della II edizione del "Natale al Museo" sarà inaugurata domenica 7 dicembre alle ore 16,30 all'interno della Cappella neogotica del Museo Diocesano Caltagirone.
La cerimonia di inaugurazione sarà aperta dai saluti di don Fabio Raimondi, direttore del Museo diocesano, seguirà un intervento di don Francesco Brancato, Vicario Episcopale per la cultura, le conclusioni sono affidate a S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone.
Secondo don Francesco Brancato, "si tratta di una raccolta di opere dedicata al mistero del Natale, e quindi al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, alla maternità divina di Maria Vergine, alla famiglia di Nazareth, alla manifestazione di Cristo al suo popolo e a tutte le genti. Le sculture di Ridolfo, fatte di terra, di argilla, modellate dalle sue mani, rappresentano un immediato richiamo al gesto creatore di Dio che all’inizio di tutte le cose creò l’uomo dalla “polvere del suolo”, secondo il racconto di creazione del libro di Genesi (Gen 2,4b-25), e conservano la memoria della loro origine e del loro destino. In particolare, nel panorama degli artisti calatini Ridolfo rivela un approccio del tutto originale al Presepe, evidente specialmente nel suo sforzo di ricondurre le figure all’essenziale, attraverso pochi ma intensi tratti e segni, grazie all’armonia dei volumi, dei pieni e dei vuoti, all’attenzione per le espressioni e i gesti, in cui non è lasciato spazio al superfluo, ma soltanto alla testimonianza di una presenza che sfugge alla presa, di un anelito che si fa invocazione, di un grido che si fa preghiera. Anche il contesto in cui Ridolfo stabilisce le sue figure, Giuseppe, Maria, il Bambino, alcuni pastori e qualche angelo, sorprende per la sua straordinaria semplicità. A volte una pietra di arenaria, modellata o erosa dall’acqua o dal vento, oppure una radice di ulivo, ricca di passato e di futuro. Dalla visione dell’opera di Ridolfo, in cui viene denunciato il trauma della materia, la sua sofferenza, la sua ansia di redenzione, emerge anche la celebrazione della salvezza realizzata nel mistero del Dio fatto uomo, nel quale ogni uomo può trovare il senso definitivo della sua esistenza, della sua nascita e della sua morte."
Il Museo Diocesano Caltagirone inaugura l’offerta culturale per l’anno 2014 con una eccezionale rassegna espositiva: una mostra di oltre 30 costumi che narrano la storia della moda italiana ed europea dal Quattrocento alla Belle Époque, frutto di un felice connubio fra la perizia tecnica dei migliori atelier siciliani, specializzati nella manifattura del costume di scena, e una puntuale ricerca storica.
All'interno della mostra Habitus si può ammirare il costume che ricorda il nobile catanese Alvaro Paternò, senatore romano e anbasciatore presso i reali di Spagna, vissuto a cavallo tra il XV e XVI secolo.
Particolarmente elegante sebbene nella sua semplicità, con la variante della tonalità e di altri dettagli, cattura l'attenzione l'abito femminile che ripropone il personaggio di Angelica Sedara, protagonista del celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, e dell'omonimo film di Luchino Visconti.
Fra gli altri è possibile ammirare l’abito ispirato alla figura dell’avventuriero Giuseppe Balsamo (1743-1795), meglio noto come Conte di Cagliostro, novizio a Caltagirone presso il convento dei Fatebenefratelli nel 1756.
Artefice della ricca collezione di quasi 200 manufatti è il costumista Angelo Butera, che unisce alla passione per la sartoria d’arte – con prestigiose collaborazioni, dalla Casa d’Arte Peruzzi alla Sartoria Sorelle Ferroni, e un curriculum che vanta la partecipazione pluriennale al «Ballo del Doge» di Venezia – anche un forte impegno sociale a favore della ricerca medica, cooperando con il comitato catanese della Lega Italiana Fibrosi Cistica, a cui sarà devoluta una quota del biglietto d’ingresso della mostra.
Da qui anche la scelta del nome Habitus, inteso non solo come ‘abito materiale’, espressione di istanze culturali e sociali sempre mutevoli, ma anche come ‘abito mentale’, attitudine al bene comune che deve diventare una costante della nostra esistenza.
Picasso si accosta alla ceramica in piena maturità artistica, ormai sessantenne, rivisitando alla sua maniera l’arte dei vasi in terracotta che nella penisola iberica subisce le influenze di culture “altre” rispetto a quella europea: il mondo islamico e nord africano e le Americhe di Cristoforo Colombo.Lo testimonia il termine che in spagnolo designa l’arte di “fare vasi”: alfareria dall’arabo fahhâr, terra, fango, a sua volta dall’ebraico hhafar, terra. Nella Bibbia è Dio il grande e sommo “ceramista” che modella e dà vita alla creta umana. E nelle mani del grande genio iberico i vasi in ceramica diventano volti, uccelli, pesci. A sua volta Pan Lusheng eredita una tradizione millenaria che ebbe nella porcellana “bianca e blu” della dinastia Ming (1368-1644), il suo apice. Lusheng, che è nato a Han nel 1962 ed è presidente dell’Università d’Arte e Design di Shandong e membro del comitato direttivo dell’Associazione Artisti cinesi e dell’Associazione cinese di Arti e Mestieri, grazie anche alle conoscenze acquisite durante i suoi studi di antropologia, rinnova profondamente l’arte della ceramica, “graffiando” con i suoi virtuosismi tecnici i suoi vasi, quasi a volerne sprigionare l’energia nascosta. «Pan Lusheng, con la sua libertà d’espressione – spiega il prof. Vincenzo Sanfo che assieme a Annamaria Orsini ha curato l’allestimento della mostra – ha fatto come Picasso e ha stravolto, rileggendola a suo modo, la decorazione della ceramica moderna in Cina che, dopo di lui, non sarà più la stessa, come è stato per Picasso a Vallauris». L’idea dei curatori è stata quella di mettere a confronto l’esperienza di due grandi maestri che, attraverso la ceramica, hanno trasformato le economie e la storia di due città distanti tra loro, ma pervase dallo stesso spirito: Vallauris in Francia e Zibò in Cina. «Caltagirone si pone, con questa iniziativa, – ha concluso Sanfo - fra queste due capitali della ceramica».
Il Museo Diocesano Caltagirone voluto per la cura, conservazione, promozione e fruizione del patrimonio artistico, espressione viva della storia ecclesiale del nostro territorio, fin dalla sua apertura avvenuta tre anni fa, si occupa non solo di far conoscere attraverso l’arte sacra in quanto tale la storia di un passato più o meno lontano, ma si apre anche all’arte contemporanea, a quelle espressioni artistiche che richiamano il “sacro” attraverso percorsi che parlano della storia tra Dio e le sue creature, che parlano cioè di come il messaggio del Vangelo si incarni nella vita concreta delle persone.
In questo contesto si colloca la scelta di accogliere la personale dell’artista emergente Antonella Ferrisi, “Dal Buio alla Luce”. La mostra, che è anche il frutto di una attenta e discreta collaborazione con il Museo Diocesano, già dal titolo lascia percepire la fatica e la gioia di comunicare e condividere attraverso la plasticità delle opere un vissuto carico di “esperienza”, una storia d’amore tra Dio e l’uomo: il visitatore attraverso i sensi, quasi per mano viene così accompagnato a ricalcare le orme di un percorso, che dal buio del limite umano giunge alla contemplazione del Mistero, capace di illuminare anche gli angoli più nascosti dell’esistenza umana.
di Dino Cunsolo
a cura di don Fabio Raimondi
24 dicembre 2011 | 29 aprile 2012
La scultura di Dino Cunsolo comunica un senso di rassicurazione, di conosciuto, di riconoscibile. Deriva dall'incontro con la bellezza delle forme, la sapienza della tecnica, l'equilibrio delle proporzioni. Dino Cunsolo è uno scultore vero, che plasma le sagome e definisce i contorni con grande perizia. Quello di Cunsolo è un sacro più della Passione che della Resurrezione, ancora più del Corpo che dell'Anima, dove la plasticità è un punto di partenza, una sorta di proiezione verso l'alto, di spinta, di slancio. Lo stesso caolino, impiegato nella maggior parte delle opere, il suo biancore compatto e surreale, dona alle sculture una sacralità senza compromessi e senza accomodamenti.
Beatrice Buscaroli