Pienezza del cuore

22 luglio 2018

Esiste un luogo verso il quale ogni essere umano sente una forma di innata attrazione, luogo da cui molto spesso si fugge perché spinti dal necessario bisogno di emancipazione, luogo verso cui si ritorna perché è la dimensione in cui trovare pace, dove fare sintesi della propria vita, luogo, o spazio allegorico, in cui, alla fine, si prende coscienza di quanto amore esso sia in grado di contenere. Parlo del cuore di una madre, definizione di pienezza tra le più alte che si possano conoscere e sperimentare.

Da anni ormai il museo diocesano si occupa di temi sociali vicini alla contemporaneità, per stimolare la conoscenza, la costruzione della propria coscienza, attraverso l’arte; per contribuire alla formazione di una cultura quanto più vicina possibile all’essere umano, affinché se ne possa cogliere la straordinaria ricchezza e potenzialità, osando andare oltre gli atavici e dogmatici steccati di determinate culture soffocanti.

Quando leggendo la storia mi sono imbattuto in figure femminili dotate di fiero coraggio, tenere e pazienti da un lato, forti e determinate dall’altro, non ho potuto fare a meno di provare un’ intima ammirazione e rispetto. Donne molto spesso bistrattate da miopi culture releganti nell’ombra della vita, che hanno dimostrato di possedere una forza prodigiosa; donne capaci di sconfiggere interi eserciti pur senza fare guerre, sempre pronte a difendere con ogni mezzo ciò che di più caro posseggono.

Da qui nasce l’idea di una mostra che potesse trattare la questione della maternità attraverso l’osservazione delle sue diverse sfaccettature, compito piuttosto arduo considerata la poliedricità dell’argomento.

Plenitudo racchiude già nel suo titolo l’esperienza di pienezza che in questo caso viene declinata dal punto di vista della maternità: non solo nell’ambito della conoscenza intellettuale, ma anche in quello dell’esperienza vissuta nella propria carne. L’artista Valeria Patrizi, infatti, nelle sue opere è risuscita a trasferire tutta l’energia, la potenza e la dolcezza della sua recente maternità, attraverso un percorso che mette in evidenza alcuni degli aspetti di questa singolare esperienza. La mostra allestita nella Quadreria del museo invita così il visitatore a immergersi idealmente in una dimensione che non è sempre possibile sperimentare sulla propria pelle, ma che in qualche modo può essere emozionalmente percepita come reale e presente. Senza alcuna pretesa esaustiva, Plenituido si pone pertanto come un’opportunità di approfondimento e di conoscenza attraverso l’arte di un mondo incredibilmente affascinante come quello femminile.

don Fabio Raimondi